Sede

Il Centro Studi Arte del Novecento ha sede in via Marmolada 10 a Cremona, strada che, prima degli anni Trenta del Novecento, era denominata via Traversa sita fuori dalla cinta muraria, a ridosso di quello che un tempo era il forte di San Michele. La via collega via Ghisleri e piazza IV Novembre, indicata nel parlare familiare con il nome di piazza di Porta Romana, in antico denominata "la Nova" per distinguerla da una più antica conosciuta come porta di San Michele. Alle due denominazioni, sul finire del XVII secolo, se ne aggiunge un'altra: Porta Margherita in ricordo dell'ingresso in Cremona del corteo di Margherita d'Austria, figlia dell'Imperatore Carlo V, in viaggio verso la Spagna.

Prima del XIX su disegno dell'architetto Luigi Voghera l'architettura fu riprogettata per poi essere definitivamente demolita nel 1910 per volontà della contestata riqualificazione urbanistica garibaldina, della quale è sopravvissuto il gruppo scultoreo che la coronava con i due Ercoli (leggendario fondatore della città di Cremona) che sorreggono lo stemma della città, oggi collocato sotto la Loggia dei Militi in piazza del Comune.

La piazza di Porta Romana, oltre che anello di raccordo tra strade intitolate ad uomini illustri come Pietro Vacchelli, Buoso da Dovara, Angelo Ottolini, Francesco Genala conserva la memoria storica di "dolci e gustose delizie": la storia del XIX secolo vede diversamente dislocate in quest'area fabbriche di torrone, come in piazza san Michele "Secondo Vergani" ed "Enea Sperlari" associato dal 1878 ad Augusto Fieschi "torronaio cremonese" sito in via Traversa, ossia l'attuale via Marmolada 10.

Lo stabile della fabbrica dello Sperlari nell'ottobre del 1938 risulta anche sede della "Società Anonima Industrie Torrone" avvalorando l'importanza di questa figura nell'ambito della produzione del rinomato dolce cremonese.

Il Centro Studi Arte del Novecento, erede di tanta storica eredità, si propone di lasciare alla città, agli studiosi, ai simpatizzanti qualcosa della cultura artistica locale nella volontà di conservare una delle espressioni del complesso universo umano.